Tempi moderni…

Un giorno qualunque al Policlinico Umberto I

Un giorno di ordinaria amministrazione, oppure di ordinaria follia. Un giorno dove non ci sono tac o reparti da inaugurare, progetti megagalattici da presentare, tavole rotonde a cui partecipare…. Un giorno come tanti per noi lavoratori.

 

Si comincia al mattino, sperando nel cambio. Se infatti questo non arriva, la caposala farà la solita telefonata di routine agli ispettori, che risponderanno di "provvedere con il personale dell’Istituto". Ha così inizio la guerra tra poveri: avrà più diritto ad andare via chi ha i bambini soli a casa, chi la madre malata, chi il marito-collega che deve correre al lavoro, chi ha semplicemente sonno perché la notte è andata di merda?

Se poi ti riesci a salvare dal doppio turno può sempre capitarti di vederti arrivare un ordine di servizio che ti impone di lavorare in un altro reparto, ovviamente in sottorganico, o addirittura in due reparti contemporaneamente, con la scusa che magari "sono sullo stesso piano". Stanco e amareggiato dai allora un’occhiata ai turni sognando un bel "cambio turno e riposo" di vacanza: ma ecco che anche qui ti accorgi che qualcuno ha raddoppiato i tuoi turni per esigenze di servizio!! (straordinari "programmati", ma non è un controsenso?) E se voglio recuperare, mi prendono per pazzo!!! (ma non era un diritto?)

Certo dopo un inizio così è un po’ difficile conservare il buon umore e la tranquillità necessaria a fornire una buona assistenza e, nonostante la nostra coscienza non celo faccia dire, qualcuno comincia a sperare che arrivino "almeno" le cooperative !!!

La prima piccola guerra quotidiana è cominciata e i lavoratori-protagonisti hanno oramai dimenticato che dovrebbe essere prevista una percentuale di personale a disposizione per coprire ferie e malattie.

Per gli ausiliari la carenza di personale non solleva più neanche stupore: è oramai un’abitudine. Abbiamo dimenticato i bei tempi in cui si lavorava in organico e, magari con una certa soddisfazione, ci si poteva vantare dell’igiene del proprio reparto. Sono lontane anche le piccole lotte man mano che vedevamo i colleghi andare in pensione o passare "amministrativi", mentre nessuno veniva mai sostituito. Oggi, dopo sei anni senza nessun nuovo concorso, si pulisce poco, male ed in fretta per poi correre fino all’una in giro per il Policlinico: a nessuno, più che ai nostri piedi, pesa l’aumento degli esami diagnostici, la dispersione dei servizi e la disorganizzazione dell’ospedale!!! Tutto è urgente, tutto va fatto per il malato… Si tira avanti, buttandosi malati ogni tanto per riposarsi, cercando di sopravvivere nella confusione più totale…. e qualche ausiliario sogna l’arrivo delle ditte di pulizia (salvo affermare poi che non manderebbe mai suo figlio a lavorare per 6.000 lire l’ora!!). Si lavora per due o tre reparti contemporaneamente, si caricano bombole da 55 chili, si trasportano da soli malati gravi perché il medico "non ha tempo di accompagnarci", si perpetua il tragico corteo della salma per i sotterranei del Policlinico. Ci sono decine di leggende metropolitane sui "portantini che non fanno niente e magari dormono o si inguattano per ore" e nessuno si rende conto di quanto sia realmente cambiato questo lavoro negli ultimi anni e quanto sia diventato gravoso.

Ognuno cerca di trovarsi un altro posto, che pensa migliore, ma, gli infermieri e gli ausiliari, sono come gli schiavi neri d’America: comprati dal direttore d’Istituto ed incatenati a vita: per loro non c’è ancora stata neanche la guerra di secessione!!!

Queste le nostre giornate, giornate di piccole continue guerre: con gli ascensori che non funzionano, i farmaci che non arrivano, i detersivi portati da casa, le serrande rotte, le porte strette dove non passano le barelle, le giuste proteste dei malati. La sera torni a casa e ti ricordi il tempo in cui ogni giorno ti incazzavi per far funzionare le cose, adesso ti senti stanco: parole e progetti megagalattici ti passano davanti come in un film e nelle orecchie i continui, idioti, ripetitivi discorsi della maggioranza dei medici: dove andremo?, potremo continuare a fare attività privata?, quanto manca per la pensione?, non provassero a toccarmi!!….

Noi siamo convinti che è ancora il tempo di lottare per non dargliela vinta, per non farci ricoprire da quella coltre di menefreghismo che sembra gravare sull’ospedale. Facessero pure i loro fantascientifici progetti, noi abbiamo cominciato a lottare: non abbiamo molto da perdere, sappiamo che non bisogna farsi vincere dal qualunquismo, ma alzare la testa, con dignità, per difendere noi stessi ed i malati.

Siamo coscienti che non è una politica sindacale vincente, in tempi di concertazione, inimicarsi il mondo intero, ma siamo stanchi di leggere documenti su documenti, leggi su leggi e non veder cambiare una virgola nel quotidiano.

Chiediamo a tutti i lavoratori che si lamentano nei sotterranei, per i corridoi, nei reparti, di uscire fuori, di alzare la testa ancora una volta: se questo posto deve andare a fondo che ci vada senza il nostro consenso e non sulla nostra pelle. I nuovi contratti ci divideranno ancora di più, annulleranno con premi economici ogni forma di solidarietà, abbiamo la possibilità di ribellarci.

Abbiamo partecipato alle RSU, ma come tutti sanno, questo organismo ,almeno per la parte universitaria, non ha mai funzionato. L’avevamo detto allora e lo ripetiamo: non abbiamo nessun problema a tornare alle vecchie assemblee, agli scioperi, ad altre forme di lotta.

Vi chiediamo di deciderlo insieme, come sempre. Questa volta, per permettere la partecipazione di più lavoratori possibile abbiamo pensato di fare, prima dell’Assemblea generale, delle piccole assemblee di "zona". Ricordiamo che la partecipazione all’assemblea è un diritto di tutti i lavoratori.

Il COBAS Policlinico-Università indice per il giorno 7 marzo 2000 una Assemblea di tutti i lavoratori presso il salone della Direzione Generale alle ore 10:30.

All’Assemblea verranno invitate la Direzione Generale (Fatarella) e la Direzione Sanitaria (Vaia).

Assemblee di preparazione si terranno:

28 febbraio ore 10:30 davanti a Radiologia Centrale

3 marzo ore 10:30 davanti alla I Clinica Chirurgica

6 marzo ore 10:30 davanti alla I Clinica Medica

Roma 28 febbraio ’00 COBAS Policlinico - Università